Esiste una prova storica della resurrezione di Gesù?

Cosa dice la storia sulla resurrezione di Gesù? Ci può essere una prova storica? Il tema è stato al centro di un dibattito tra il filosofo William Lane Craig e lo storico Bart D. Ehrman, ecco cosa è emerso.

 

La resurrezione, se avvenuta, è un miracolo e, come tale, è al di fuori della capacità d’indagine della scienza e della storia. Tuttavia, vi potrebbero essere delle prove indirette e questo è stato il cuore dell’interessante confronto avvenuto nel 2006 tra il noto filosofo analitico William Lane Craig, docente al Talbot School of Theology di Los Angeles e Bart D. Ehrman, presidente del Dipartimento di studi religiosi dell’Università della Carolina del Nord..

La tesi del prof. Craig è che vi sia una certezza morale per la resurrezione di Gesù che si basa sull’esperienza personale (approccio esperienziale) dell’incontro con Lui tramite il dono della fede, ma che esista anche un sostegno storico che porta a guardare alla resurrezione di Gesù come la miglior spiegazione (una “prova indiretta”) nei riguardi di quattro eventi inspiegabili nella storia di Gesù, ritenuti storicamente attendibili dalla comunità scientifica. Ecco i quattro eventi:

1) La sepoltura di Gesù.
E’ riferita da numerose fonti indipendenti (i quattro Vangeli, tra cui il materiale utilizzato da Marco che secondo Rudolf Pesch risale a sette anni dalla crocifissione di Gesù e proviene da testimonianze oculari, diverse lettere di Paolo, scritte prima dei Vangeli e ancora più vicine ai fatti, e l’apocrifo Vangelo di Pietro) e ciò è un elemento di autenticità sulla base del criterio della molteplice attestazione. Inoltre, la sepoltura di Gesù per mezzo di Giuseppe d’Arimatea, membro del Sinedrio ebraico, risulta attendibile poiché soddisfa il cosiddetto criterio dell’imbarazzo: come ha spiegato lo studioso Raymond Edward Brown (in “The Death of the Messiah”, 2 vols., Garden City 1994, p.1240-1). La sepoltura di Gesù grazie a Giuseppe d’Arimatea è “molto probabile” dal momento che è “inspiegabile” come dei membri della chiesa primitiva potessero valorizzare tanto un membro del Sinedrio ebreo, avendo verso di loro una comprensibile ostilità (erano gli artefici della morte di Gesù). Per questi e altri motivi il compianto John At Robinson dell’Università di Cambridge, la sepoltura di Gesù nella tomba è «uno dei fatti più antichi e meglio attestati su Gesù» (“The Human Face of God”, Westminster 1973, p. 131)

2) La tomba trovata vuota.
La domenica dopo la crocifissione, la tomba di Gesù fu trovata vuota da un gruppo di donne. Anche questo fatto soddisfa il criterio della molteplice attestazione essendo attestato da diverse fonti indipendenti (Vangelo di Matteo, Marco e Giovanni, e Atti degli Apostoli 2,29 e 13,29). Inoltre, il fatto che le protagoniste del ritrovamento della tomba vuota siano delle donne, allora considerate prive di qualunque autorità (perfino nei tribunali ebraici) avvalora l’autenticità del racconto, soddisfacendo il criterio dell’imbarazzo. Così lo studioso austriaco Jacob Kremer ha affermato: «di gran lunga la maggior parte degli esegeti considera affidabili le dichiarazioni bibliche relative al sepolcro vuoto» (“Die Osterevangelien–Geschichten um Geschichte”, Katholisches Bibelwerk, 1977, pp. 49-50).

3) Apparizioni di Gesù dopo la morte.
In diverse occasioni e in varie circostanze numerosi individui e gruppi di persone differenti dicono di aver sperimentato apparizioni di Gesù dopo la sua morte. Paolo spesso cita questi eventi nelle sue lettere, considerando che sono state scritte vicine agli eventi e tenendo conto la sua conoscenza persona con le persone coinvolte, queste apparizioni non possono essere liquidate come semplici leggende. Oltretutto esse sono presenti in diverse fonti indipendenti, soddisfacendo il criterio della molteplice attestazione (l’apparizione a Pietro è attestata da Luca e Paolo; l’apparizione ai Dodici è attestata da Luca, Giovanni e Paolo; l’apparizione alle donne è attestata da Matteo e Giovanni, ecc.) Il critico tedesco del Nuovo Testamento, scettico, Gerd Lüdemann, ha concluso: «Può essere preso come storicamente certo che Pietro e i discepoli abbiano avuto esperienze dopo la morte di Gesù in cui egli apparve loro come il Cristo risorto» (“What Really Happened to Jesus?”, Westminster John Knox Press 1995, p.8).

4) Il cambiamento radicale dell’atteggiamento dei discepoli.
Dopo la loro fuga impaurita al momento della crocifissione di Gesù, i discepoli hanno improvvisamente e sinceramente creduto che Egli era risorto dai morti, nonostante la loro ebraica predisposizione contraria. Tanto che improvvisamente furono disposti perfino a morire per la verità di questa convinzione. L’eminente studioso britannico NT Wright ha perciò affermato: «Questo è il motivo per cui, come storico, non riesco a spiegare l’ascesa del cristianesimo primitivo a meno che Gesù sia risorto, lasciando una tomba vuota dietro di lui». (“The New Unimproved Jesus”, Christianity Today, 13/09/1993).

Il prof. Craig tiene a sottolineare: «La risurrezione di Gesù è una spiegazione miracolosa di queste prove, ma queste prove in sé non sono miracolose. Nessuno di questi quattro fatti è alcun modo soprannaturale o inaccessibile allo storico». Per questo egli afferma che la migliore spiegazione di questi fatti è che Gesù è risorto dai morti. Questa è anche stata la spiegazione che i testimoni oculari stessi hanno dato e nessuna spiegazione naturalistica riesce a fornire una spiegazione davvero plausibile dei fatti, tenendo in conto tutti gli elementi.

 

La replica del prof. Bart D. Ehrman si è basata su tre punti. La prima obiezione è stata che i Vangeli non sono così solidi come fonti storiche, dato che sono stati composti dai 35 ai 65 anni dopo la morte di Gesù. Un’affermazione che contraddice quanto scriverà in seguito, nel volume Did Jesus Exist?: «Indipendentemente dal fatto che siano ritenuti o meno scritture ispirate, i Vangeli possono essere considerati e utilizzati come fonti storiche importanti» (HarperCollins Publisher 2013, p.75). La seconda obiezione è che vi sono delle contraddizioni tra i diversi Vangeli su come si sono svolti i quattro fatti citati dal prof. Craig (l’ora e il giorno della morte di Gesù, il numero di donne che ha trovato il sepolcro vuoto ecc.). E’ un argomento forte di Ehrman, al quale abbiamo già risposto. In ogni caso lo stesso prof. Craig ha contro-replicato, facendo notare che i Vangeli sono tutti concordi sui quattro fatti al centro del dibattito, anche se possono variare dei particolari secondari ma che non compromettono il racconto.

La terza obiezione del prof. Ehrman è che la resurrezione dai morti di Gesù da parte di Dio è un’affermazione teologica e non può essere storica, poiché «gli storici possono stabilire solo quello che probabilmente è accaduto in passato, e per definizione, un miracolo è l’evento meno probabile. E così, per la natura stessa dei canoni della ricerca storica, non possiamo affermare storicamente che un miracolo probabilmente è accaduto. Per definizione, probabilmente non è accaduto». Il prof. Craig ha contro-replicato, in modo illuminate secondo noi, spiegando che si sta valutando l’ipotesi che Gesù sia risorto dai morti in modo soprannaturale, non in modo naturale (il che sarebbe, questo si, altamente improbabile). «Ma non vedo alcun motivo per pensare che sia improbabile che Dio abbia risuscitato Gesù dai morti». Infatti, «al fine di dimostrare che tale ipotesi è improbabile, bisognerebbe dimostrare che l’esistenza di Dio è improbabile. Ma il prof. Ehrman dice che lo storico non può dire nulla su Dio. Pertanto, non può dire che l’esistenza di Dio è improbabile. Ma, se non si può dire questo allora non si può nemmeno affermare che la risurrezione di Gesù è improbabile. Quindi la posizione del prof. Ehrman è letteralmente auto-confutante». Inoltre, ha ricordato ancora il prof. Craig, il dibattito è centrato sulla probabilità della resurrezione in seguito ad una serie di fatti che richiedono essa come spiegazione migliore, non la probabilità della resurrezione dai morti senza alcun elemento di prova.

 

Il resto del confronto tra i due, apprezzabile su Youtube, si è basato solamente sull’approfondimento delle loro posizioni. Il prof. Ehrman, nonostante avesse il vantaggio di trattare un argomento di cui è un professionista (il prof. Craig è un filosofo, non uno storico), non si è dimostrato molto preparato alle argomentazione filosofiche del prof. Craig. Anzi, si è contraddetto, come accade spesso nei suoi libri. Bisogna invece riconoscergli un’ottima disposizione al confronto e non allo scontro. Il prof. Craig si è invece dimostrato certamente più convincente e illuminato, arrivando a fornire una buona plausibilità ad una tesi -la prova storica della resurrezione- poco considerata anche dai cristiani.

La redazione

27 commenti a Esiste una prova storica della resurrezione di Gesù?

  • Antonio Straface ha detto:

    Io personalmente credo COME PROVA STORICA della Resurrezione di Nostro Signore questi fatti:

    Dalla storia sappiamo della destituzione del sommo sacerdote Caifa da parte di Lucio Vitellio, legato di Siria inviato da Tiberio, nel 36 o 37, ossia subito dopo l’esecuzione, ritenuta illegale, del diacono Stefano su iniziativa proprio di Caifa. (M. Sordi, I Cristiani e l’Impero Romano, p. 24-29.)
    Se, come visto, Stefano, il protomartire, è STORIA,
    ecco la prova storica, secondo me, della RESURREZIONE:
    solo tre anni dopo la resurrezione la nuova religione, aveva raggiunto un numero tanto ragguardevole da rendere necessaria la nomina di 7 Diaconi, (aiutanti degli Apostoli) doveva basarsi su basi solide e queste basi qual’erano?
    Era il Kerigma:
    «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, COME VOI BEN SAPETE – , dopo che, … fu consegnato a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso.
    Ma Dio lo ha RISUSCITATO … perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. …
    Questo Gesù Dio l’ha RISUSCITATO E NOI TUTTI NE SIAMO TESTIMONI. … Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso »
    (Atti degli Apostoli 2,22.32.36)
    Semplificando al massimo:
    l’uomo Gesù Cristo, che voi avete ucciso, era il Figlio di Dio, e Dio l’ha RESUSCITATO dai morti.

    Bastò questo semplice annuncio e solo nel primo giorno, ovvero CINQUANTA GIORNI dopo la resurrezione, si unirono a loro “circa tremila persone.”
    Questi tremila persone, erano pellegrini da tutto il bacino del Mediterraneo e certo molti di loro erano presenti anche alla Pasqua e sicuramente tutti erano a conoscenza dei fatti della Pasqua precedente, visto il clamore che avevano suscitato (Luca 24,18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».)

    Pertanto queste tremila persone non CREDEVANO che Gesù Cristo era risorto, queste persone SAPEVANO che Gesù Cristo era risorto poiché erano FATTI accaduti solo 50 giorni prima, nella stessa Gerusalemme.
    Se solo avessero avuto il minimo sentore di imbroglio, testimoni oculari come erano, altro che tremila convertiti, tremila sassate, si sarebbero presi……

  • Mario ha detto:

    Tra le prove storiche, personalmente, metterei anche la Sindone: un reperto che è stato oggetto di innumerevoli studi e che convergono verso l’altissima probabilità che si tratti proprio del lenzuolo che ha avvolto l’Uomo che ha subìto le torture e la morte come descritto dagli evangelisti.

    • Salvatore ha detto:

      A proposito di sindone, mi è sembrato interessante quanto scritto da Frank J. Tipler nel suo libro “La fisica del cristianesimo” (pagg. 232-268).

      • Marco S. ha detto:

        Forse tutti i partecipanti hanno letto questo libro o lo hanno in casa da consultare.
        Io purtroppo non rientro tra questi.
        Se riesci a farci una breve sintesi di questo scritto di Frank Tipler, te ne saro’ grato.

        Grazie, Salvatore

        • Salvatore ha detto:

          Mi è difficile riassumere brevissimamente, con parole semplici e chiare,quanto asserisce il fisico americano Frank I. Tipler nel suo libro “La fisica del cristianesimo” – ed. Mondadori 2007 – a proposito della resurrezione di Gesù Cristo e dell’immagine rimasta impressa sulla Sacra Sindone.Mi limito a trascrivere le poche parole con le quali egli stesso espone, sinteticamente, la sua teoria. “…Gesù sarebbe poturo risuscitare da morte facendo uso del processo di annichilazione barionica, che è responsabile dell’esistenza di tutta la materia oggi presente nel cosmo: infatti nell’universo primordiale questo processo fu utilizzato per convertire la radiazione in materia. Ho proposto che Gesù abbia invertito il processo, convertendo la materia del suo corpo in una radiazione invisibile fatta di neutrini. Un osservatore che avesse assistito alla conversione del corpo di Gesù in neutrini avrebbe visto il corpo smaterializzarsi. L’inversione della smaterializzazione avrebbe prodotto la materializzazione di Gesù apparentemente dal nulla”. Oggi questo saggio è irreperibile nelle librerie. Potrai procurartelo su ordinazione.

    • Marco S. ha detto:

      Parlando della Sindone come indizio della Resurrezione, pero’, non e’ solo importante la coerenza delle ferite osservate sull'”uomo sindonico” con quelle che i Vangeli ci dicono inflitte a Gesu’ nel corso della Passione, ma ancor piu’ e’ significativa la misteriosa modalita’ con la quale l’immagine si e’ impressa sul lino.

      • simone ha detto:

        E’ proprio su quella che convergono gli studi più recenti, come quelli svolti dall’ENEA di Frascati.

  • Eli Vance ha detto:

    Cosa si intende con “criterio dell’imbarazzo”?

  • Max ha detto:

    A Erhman si puo’ dare l’onore delle armi. Infatti, negli Stati Uniti e nell’anglosfera, e’ attaccato con energia da chi vorrebbe far credere che un Gesu’ storico non sia mai esistito. Ma egli ha sempre affermato con decisione che, sebbene non creda in un Gesu’ essere anche divino, c’e’ una base storica ai Vangeli.

    • ChicoMalandro ha detto:

      Esatto, ma se c’è base storica non significa che i Vangeli raccontino solo fatti storici. Tutti i grandi romanzi includono infatti episodi avvenuti in contesti storici reali ma questo non significa che il loro contenuto si possa considerare reale.
      Lo sforzo di Lane Craig è comunque vano, perchè è evidente che una “prova morale” o una “migliore spiegazione” (quest’aspetto è oltretutto abbastanza controverso) non potrà neanche lontanamente essere assimilata a una prova storica. E’ un po’ come se un medico ti dicesse: “la migliore spiegazione è che la tua malattia sia la gotta” ma non ti può ricettare le medicine per la gotta.

      • Paolo Viti ha detto:

        Nessuno mette in dubbio che nei Vangeli non ci siano solo fatti storici! Tuttavia ci sono certezze storiche a cui si può raggiungere che confermano l’impianto storico del cristianesimo e Ehrman lo ha ben dimostrato, come spiega Max.

        Non direi che lo sforzo di Lane Craig sia “vano”, è invece un ottimo sforzo. Sono d’accordo con te che la “miglior spiegazione” non equivale a prova storica, ma non la demonizzerei in modo così plateale. La plausibilità come criterio di verità è una caratteristica che invece chi studia la storia tiene sempre in grande considerazione, sopratutto quando non esistono alternative altrettanto plausibili. Anche nella “scienza esatta” ci sono per la maggior parte spiegazioni plausibili e non dimostrazioni, non per questo esiste una demonizzazione radicale come sembri fare tu.

  • Alberto ha detto:

    La questione è interessante, ma se anche si dimostrasse con prove certe, evidenti, schiaccianti e insindacabili la resurrezione di Gesù, voi pensate che il mondo si convertirebbe? Qualcuno forse sì.  Ma se uno non crede, non è per mancanza di prove, ma per pregiudizio: se io “do per scontato” che Dio non esiste e che Gesù non è risorto, QUALUNQUE prova è inutile o insufficiente. 

    A questo proposito è emblematica la risposta di questo ateo: https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20130823173855AArcP2y

    Non solo non può esistere Dio ma non prende neppure in considerazione che possa mai esistere una prova della sua esistenza ( “..mai esisterà la prova scientifica della sua esistenza”.). È ovvio che se un bel giorno saltasse fuori la prova della resurrezione di Gesù,  costui non crederebbe, semplicemente perché lui “non vuole” credere. 

    Del resto, nel Vangelo è previsto anche questo, con la parabola del ricco epulone (Lc 16,19-31): “…neanche se uno risuscitasse dai morti crederebbero”.

    • Marco S. ha detto:

      Il link che hai quotato propone una serie di “Fantozzi allo sbaraglio”, da lasciare tutto sommato in secondo piano colei che sostiene quella che rischia di essere una profonda verita’ anche per i credenti: “Tanto non ci potra’ mai essere la prova scientifica dell’esistenza di Dio”.

      Singolari mi paiono invece gli altri “Fantozzi” che dicono, in sostanza: “Anche se mi provassero scientificamente l’esistenza di Dio, lo sfiderei lo stesso, perché sono un “Gianburrasca” indipendente e libero”.

      Questo ragionamento dimostra il limite logico che la modernita’ ci impone ormai quotidianamente di accettare: decisamente la nostra generazione dara’ ben pochi contributi al progresso del pensiero filosofico !!!

      Ma come, ti hanno appena provato scientificamente che esiste un tizio che ha creato tutto dal nulla, compreso te stesso, che ti ha assoggettato implacabilmente alla legge di gravita’, alla legge dei grandi numeri ed alla legge di Murphy, ma che ti ha lasciato libero, tutto sommato, anche di sputargli in un occhio, e’ tu parli ancora cosi’ ?

      Allora scusami, questo non e’ orgoglio d’indipendenza, bensi’ cretinismo dei piu’ puri !!!

    • Paolo Viti ha detto:

      Caro Alberto, capisco il tuo intervento ma credo che l’argomentazione di Lane Craig non serva tanto a “convertire” qualcuno, la fede è un dono ed è difficile se non impossibile obbligare alla fede tramite la “dimostrazione”. L’ateo che citi, che rifiuta Dio anche di fronte ad una dimostrazione oggettiva, ha tutto il mio sostegno: Dio ha scelto proprio di non rendersi evidente ai sensi proprio per salvaguardare il libero arbitro dell’uomo, qualunque miracolo ha la capacità di dare abbastanza luce per chi vuole credere e abbastanza buio per chi non vuole credere.

      Lo scopo dell’argomentazione di Lane Craig è quello di far riflettere, di contribuire con argomentazioni storiche e filosofiche a sostenere la ragionevolezza della posizione cristiana e questo serve innanzitutto per i cristiani, poi eventualmente per gli uomini di buona volontà che avranno la capacità di andare oltre i pregiudizi.

  • Antonio ha detto:

    Scusate, qualcuno può scrivere una confutazione all’articolo di questa pazza?
    Eccolo: http://lunariaesistenzialismo.blogspot.it/2014/10/sullarroganza-cristiana-di-voler.html

    • giovanni ha detto:

      Ma per carità!
      Una volta venne pure qui a sparare ad alzo zero le sue corbellerie.

    • viaNegativa ha detto:

      Il cristianesimo non è un’imposizione, è una proposta.
      Fine della confutazione.

    • Dario* ha detto:

      Una fan degli HIM non ha bisogno di ulteriore dequalificazione, poverina =P

    • Eli Vance ha detto:

      Tanto per cominciare, dibattiti come quello citato nell’articolo smentiscono in toto le primissime righe dell’articolo linkato. Questa femme, di “Fatale” ha solo l’abissalità dei suoi ragionamenti. Non considerando infatti la Genesi che attesta letteralmente l’incapacità dell’uomo di fare alcunchè senza la donna, il fatto che il mistero dell’Incarnazione ha avuto la collaborazione di una donna e non di un uomo, il fatto che i primi a testimoniare l’evento della Risurrezione furono donne, arriva a sostenere che lo stesso termine Dio, universalmente neutro in quanto non si applica per definizione al genere umano diviso nei generi maschile e femminile, sia in realtà una dimostrazione della superiorità maschile, e arriva alla necessità di teorizzare almeno una dea per riequilibrare le cose e permettere a lei stessa di dare credibilità intrinseca al cristianesimo. L’articolo termina con la precisazione che le sue analisi sono storicamente oggettive, pure in maiuscolo, eppure nemmeno una bibliografia striminzita è presente.

    • Claudio ha detto:

      Caro Antonio,
      io ho imparato una cosa. In rete si trovano spesso articoli, blog, riflessioni personali, di questa gente che scrive contro i cristiani, contro Cristo ecc… E spesso è molto forte la tentazione di voler rispondere, ribattere, ecc… Sale un senso di rabbia, davvero, nel leggere certe cose, non tanto per il contenuto, fortemente opinabile ma, a mio avviso, per la sicumera con cui queste persone espongono il tutto. Cioè, ormai è diffusa in rete la “tuttologia”, ovvero la capacità (direi l’illusione) di sapere tutto di tutto e di tutti, semplicemente basandosi su fonti come Wikipedia, oppure facendo ricerche personali, molto pericolose, in quanto non supportate da alcuna competenza.
      Questi tizi, dicevo, suppongono di avere la verità in tasca, di aver scoperto “il perché” di tutto, di aver capito come funziona il mondo… Lo si capisce dal “tono” con cui si espongono i fatti che, se ci fai caso, è sempre saccente e arrogante, mai equilibrato: l’arroganza, lo snobismo, la saccenteria, lo “sfottò”, lo scherno e via dicendo, sono invarianti statistiche in tutti questi “sfoghi” telematici. Si, ho detto sfoghi perché SOLO E SOLTANTO l’anonimato del web, il fatto di non doversi confrontare “faccia a faccia” con un altro, la sicurezza di “non rimetterci la faccia” stando comodamente a scrivere su una tastiera a casa propria, rende questi individui arroganti. Dico questo perché ho avuto la personale esperienza di dibattere vis a vis delle stesse cose con alcune persone e mi sono reso conto che quando manca Google, crolla il mondo: se controbatti personalmente con loro, li fai riflettere sulle assurdità delle loro posizioni facendo semplicemente la domanda: “Ma tu, come vivi?” oppure “Ma tu, in tutto questo caos della vita, dove sei? Ti aggrappi a qualcosa? Come vivi le difficoltà, i lutti, i dolori?”, ecco che “crollano”, non sanno cosa rispondere, farfugliano. Da dietro una scrivania è invece molto facile andarsi a cercare le risposte alle domande scomode, quelle vere, quelle pratiche di come si vive, che gli si pongono, citando (o meglio “copincollando” questo tizio o quell’altro, pensando: “Vabe’ l’ha detto questo o codesto scienziato, filosofo, genio, ecc, non può che essere così…”.
      Ebbene si, la loro sicurezza nel prendere posizioni è solo virtuale. E’ una maschera, una protezione, un modo di reagire per sentirsi sicuri di non essere contraddetti da qualcun altro. Dietro tutto questo c’è una grande sofferenza interiore, è un meccanismo psicologico noto (mi permetto di dirlo non per superbia, ma perché anche io sono stato “dall’altra parte”, non ho creduto, ho avuto lunghi momenti di buio, di dubbi, di “rabbia” e ribellione contro Dio ed il mondo… e qualche annetto di psicoterapia me lo sono fatto 🙂 )…
      Per cui Antonio, davvero, non vale la pena controbattere… Se tu li incontrassi per strada e parleresti con loro, credimi, ti farebbero tenerezza…

    • gladio ha detto:

      La miglior confutazione sarebbe il responso di una risonanza magnetica al suo cervello

  • Antonio ha detto:

    infatti la poverina come alternativa non offre altro che il nichilismo, improbabili idoli femminei e Sailor Moon.
    non sanno più che pesci prendere questi cristianofobi

  • Licurgo ha detto:

    Non sono un esperto di storia antica, ma a me pare che gli elementi di cui siamo certi in base alla metodologia delle fonti è che Gesù fu sepolto, il sepolcro fu trovato vuoto, alcuni discepoli, uomini e donne, lo videro risorto e questa fu un spinta di entusiasmo enorme alla predicazione.
    Non si potrebbe, prima di introdurre l’ipotesi soprannaturale, pensare che per qualche ragione il corpo sia stato sottratto, magari dalle autorità sinedrite, che non gradivano la presenza del corpo peraltro in una tomba del genere, temendo che diventasse luogo di assembramento, magari corrompendo le guardie romane o approfittando della loro distrazione, discorso quest’ultimo della distrazione delle guardie che riporta anche un vangelo, se non ricordo male io?
    Non so se ciò abbia un minimo di tenuta storica; se nel caso la avesse, il principio di parsimonia (che altro non è che il rasoio di Occam, spesso in ambienti new atheist nominato a sproposito, ma qua valevole), vorrebbe che sia assunta la spiegazione con meno elementi altri da spiegare in favore di quella più semplice e lineare, e in Storia introdurre un’ipotesi soprannaturale di elementi da spiegare ne pone eccòme.
    Tutto sta se questa mia idea estemporanea abbia o meno una tenuta storica, e dunque chiedo a chi qua è più esperto di me in materia.

    • Paolo Viti ha detto:

      La tua obiezione è certamente pertinente e sono contento che tu l’abbia posta! Ti assicuro che ogni alternativa “naturale” (in contrapposizione a quella soprannaturale, cioè la resurrezione) è stata vagliata dagli studiosi e quella che tu citi è stata in passato la più gettonata. L’altra è che gli apostoli avrebbero sottratto il corpo prima che lo scoprissero le donne.

      Ti risparmio una spiegazione lunghissima e ti invito a leggere questo articolo che mi sembri tratti molto bene la questione: https://christiananswers.net/italian/q-eden/edn-t012i.html