Flores D’Arcais continua la sua guerra contro i credenti

Paolo Flores DArcaisLo zoologo Richard Dawkins è ormai diventato lo zimbello dei media per le sue continue gaffe (l’ultima quella sulla pedofilia), Sam Harris è scomparso dalla circolazione mediatica assieme al chimico Peter Atkins, il compianto Christopher Hictens è passato a miglior vita e Piergiorgio Odifreddi, sempre meno lucido con il passare degli anni, si commuove come un bambino se un Papa gli risponde. Questa più o meno la situazione del cosiddetto “new atheism”, molto in voga fino a qualche anno fa.

Nella feroce guerra contro i credenti è rimasto a combattere solo il buon Paolo Flores D’Arcais, il cosiddetto “filosofo intollerante” per una curiosa vicenda di cui si è reso stato protagonista e che abbiamo documentato nel nostro canale Youtube. E’ di questi giorni l’uscita del suo ennesimo libro contro chi crede in Dio, intitolato: “La democrazia ha bisogno di Dio? Falso!” (Laterza 2013).

Il primo sostenitore politico di Di Pietro e poi di Antonio Ingroia (un bel portafortuna per entrambi, davvero!) ha puntato all’impossibile mirando a confutare la posizione del celebre filosofo tedesco Jürgen Habermas (e ancora prima quella di Tocqueville e Heidegger, per cui “solo un Dio ci può salvare”), secondo il quale la democrazia ha bisogno di un presupposto religioso. Dopo aver liquidato velocemente il pensiero di Heiddeger con un’accusa a livello personale «era un nazista (mai pentito)» (pag. 3) (quando oggi è evidente agli storici essere una falsità), spiega: «L’alleanza che oggi invoca la presenza di Dio nell’agorà democratica è inquietante per la sua eterogeneità» (pag. 3). Flores D’arcais non sostiene la laicità ma approva pubblicamente il laicismo, ovvero l’estirpamento di ogni aspetto religioso dalla vita pubblica. «Ahimè», si lamenta in un’intervista al “Fatto Quotidiano”, «non possiamo che notare come le religioni abbiano un ruolo pubblico sempre crescente». Per questo la sua tesi centrale è che «va negato radicalmente e in modo sistematico ogni ruolo pubblico delle religioni nella democrazia, perché qualsiasi ruolo pubblico minaccia e mette a repentaglio elementi essenziali del sistema democratico».

Queste minacce sarebbero sopratutto in campo bioetico, ha spiegato, ad esempio per quanto concerne l’opposizione all’eutanasia che sarebbe frutto di «un sistema di valori religioso vuole imporre la sua particolare morale come morale dello Stato». Peccato che siano le principali associazioni medico-scientifiche americane ed europee ad opporsi a tale pratica, come abbiamo documentato, ben lontane dall’offrire motivazioni religiose alla loro posizione. Inoltre, perché l’approvazione dell’eutanasia non sarebbe invece un imposizione di un’etica atea, cioè priva del concetto di sacralità della vita? Perché la religione non deve partecipare alla democrazia ma l’ateismo si? Esso è davvero neutralità? La storia della Francia è paradigmatica: in nome del laicismo ieri eliminava fisicamente i credenti dalla vita pubblica mentre oggi ha intrapreso nuovamente la crociata contro il cristianesimo abolendo le feste cristiane per celebrare la ricorrenza ebraica dello Yom Kippur e quella musulmana dell’Aïd, trovando però l’opposizione di ebrei e musulmani. Questo è il progresso laico?

Flores d’Arcais risponde positivamente: solo gli atei possono partecipare alla vita pubblica perché «la democrazia è atea, imprescindibilmente», ha spiegato il direttore di “Micromega”. Il credente, se vuole esistere in una democrazia, deve abbandonare ogni pretesa di dedurre norme direttamente o indirettamente dalla propria fede e Dio può sopravvivere alla democrazia solo accettando l’«esilio dorato nella sfera privata della coscienza». Si passa quindi agli insulti verso chi crede in Dio, immancabili in un pamphlet di proselitismo: «il credente è civicamente minus habens perché incapace di interiorizzare autonomamente la scelta pro-democrazia e in grado di riconoscerla solo affidandosi all’autorità religiosa di riferimento».

Come lui probabilmente la pensa la nuova maestra della scuola elementare “Bombicci” di Bologna, che appena entrata in classe ha tolto il crocifisso dal muro perché, ha detto, «non me ne faccio nulla» (interessante l’intervento dell’ex presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli). Certamente come lui non la pensa, invece, il non credente Giulio Giorello che ha deciso pubblicamente di schierarsi a fianco dei cristiani in difesa della Chiesa perseguitata in Pakistan. Il lettore saprà giudicare chi incarna di più lo spirito democratico e civile tra i due.

Velata la critica al libro de “Il Corriere della Sera, più dura quella apparsa sull’“Unità”, l’ex quotidiano ufficiale del PCI di cui il filosofo intollerante è un forte nostalgico: «Flores d’Arcais vuole addirittura negare il certificato elettorale a Dio e ai suoi fedeli […] Francamente ci pare una posizione artificiosa, oltre che insolente e intollerante. Perché la democrazia è il contrario di certe intimazioni totalitarie e discriminatorie. Essa è conflitto regolato su valori e interessi divergenti». Raccogliamo la sfida di Papa Francesco, scrive l’editorialista dell’“Unità”, Bruno Gravagnuolo, «il resto è vecchia ideologia giacobina. Caricatura rovesciata del confessionalismo e Devozione Atea».

Proprio il Pontefice argentino nella “Lumen Fidei” ha scritto: «Quando la fede viene meno, c’è il rischio che anche i fondamenti del vivere vengano meno. Se togliamo la fede in Dio dalle nostre città, perderemo la fiducia tra noi e saremo uniti solo dalla paura e la stabilità sarebbe minacciata». Lo dimostra la storia: la fede e la cultura cristiana sono alla base delle nostre civiltà democratiche, come ha spiegato il celebre sociologo americano Rodney Stark: «il cristianesimo ha svolto un ruolo chiave nel fornire una base morale per la democrazia, ben oltre qualsiasi cosa immaginata dai filosofi classici» (“La vittoria della ragione. Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza”, Lindau 2006, pag. 124). Nessun ateismo -nessun culto del nulla e del non-dio-, invece, è mai stato in grado fondare eticamente e moralmente alcuna civiltà democratica. Anche questo è un dato su cui vale la pena riflettere per chi vuole decidere chi e come si deve partecipare alla vita democratica.

La redazione

42 commenti a Flores D’Arcais continua la sua guerra contro i credenti

  • Daniele ha detto:

    L’uomo, da quando ha fatto la sua comparsa sulla terra, ha sentito il bisogno non sltanto di seppellire i corpi dei defunti ma anche di mettere nella tomba cibo ed oggetti della vita quotidiana che potessero servire al defunto per compiere il proprio viaggio nell’Aldilà.
    Questo significa che l’uomo ha sempre avuto, a differerenza degli animali, quell’anelito verso l’Infinito, anelito che lo porta a dire che la vita è Eterna e che la morte corporale non conclude l’esistenza di una persona (altrimenti perché mettere cibo e altro nella tomba?).
    L’uomo preistorico non sapeva scrivere, parlava per vocalizzi e non aveva tutta la tecnologia di cui dispone oggi: tuttavia dentro di sè avvertiva chiara la percezione dell’Infinito.
    Oggi, invece, l’uomo comunica alla velocità della luce e possiede ogni strumento tecnologico immaginabile, ma non è più capace – e Flores D’arcais ce lo dimostra – di desiderare l’Infinito e di confidare nell’esistenza delle realtà spirituali.
    Da questo materialismo ossessivo deriva il rifiuto di Dio.

  • edoardo ha detto:

    Mi fa ridere una cosa: la diversità di risposte del Corsera e dell’Unità.
    Tante volte chi si credeva fossero i “peggiori” risultano, a conti fatti, essere meglio di altri che si credeva fossero amici.
    Eh, le categorie sono davvero cambiate negli ultimi decenni.
    E faccio un’altra considerazione: con tutte questi ribaltamenti che si sono susseguiti a velocità maggiori della capacità di assimilazione di molti, come possono degli anziani per nulla elastici, assumersi la responsabilità di prendere decisioni da cui dipende il futuro di persone ed istituzioni?
    Questa è l’epoca d’oro degli sciacalli.

  • Eigub Etted ha detto:

    Non è una guerra contro i credenti, è una guerra contro chi,con arroganza, vorrebbe far vivere gli altri a loro modello.
    Chi crede, creda, ma non pretenda che tutti gli altri facciano altrettanto.

    • Jack ha detto:

      Esattamente: tu che non credi vorresti staccare tutti i crocifissi dai muri imponendo agli altri il tuo modello. Eppure nessun credente ti fa la guerra, nessun credente dice che gli atei non hanno mai fatto nulla per lo sviluppo delle nostre civiltà e non possono vivere in democrazia a meno che mettano la loro fede nell’angolo. L’intolleranza è sempre da una parte sola, come l’ennesimo libro di Flores D’arcais dimostra.

      Chi non crede, non creda e viva pure il suo “non senso della vita” (Odifreddi), ma lasci agli altri il diritto di vivere diversamente.

      • Eigub Etted ha detto:

        Certo, ma le istituzioni sono di tutti, non solo dei credenti, e la scuola è addirittura obbligatoria per cui deve essere neutra e per tutti a tutti gli effetti.
        Io non credo, i miei figli però sono liberi di frequentare o meno l’ ora di religione, decidono loro.
        Voglio vedere quanti credenti danno la libertà ai loro figli di scegliere se o meno frequentare religione a scuola.

        • Jack ha detto:

          La neutralità in un Paese come l’Italia è ateismo, staccare i crocifissi dai muri è un segno non neutrale è un chiaro segno di laicismo. Non a caso a convincere la Corte Europea a lasciare nelle aule il crocifisso ci ha pensato un rabbino ebreo.

        • domenico ha detto:

          non capisco come ti comporti con i tuoi figli.
          Ad esempio li hai battezzati o decideranno loro se farlo in futuro?
          se li hai battezzati hanno fatto la comunione o hai lasciato a loro la scelta se e quando farla?

    • edoardo ha detto:

      Non è vero, sei un errore.
      Quello che si vuole l’ha spiattellato Vincent Peillon, il ministro dell’istruzione francese, ateo dichiarato e ultragiacobino.
      Lui ha detto che bisogna buttare fuori i cattolici e la religione cristiana da ogni aspetto della vita pubblica.
      E’ ovvio che questo comporta lo sfavorire chi si professa cattolico da ogni pubblico impiego, con lo scopo di relegare i cattolici ai margini della società.
      Questo verrà raggiunto, nelle intenzioni del ministro, educando i bambini fin dall’età scolare ad essere contrari alla fede cattolica.
      Per chi è già cattolico la strategia attuata da loro (non l’ha detto pubblicamente ma è sotto gli occhi di tutti attuato anche dai vari troll che infestano questo sito, avevo scritto come zecche, ma l’ho cancellato solo per educazione formale), consiste nel sottoporre ad umiliazioni pubbliche e mortificazioni, cioè uccidere psicologicamente l’avversario.
      Del resto io stesso ho letto in un sito che frequentavo una volta e che abbandonai schifato, la frase con cui una si auspicava di “ricacciare i cattolici nelle catacombe”.
      Chi di dovere avrebbe dovuto avere un po’ di spina dorsale e lottare per la pubblicazione in Italia del film storico “Cristiada”, sarebbe stato interessante vedere la sequenza delle disposizioni di legge di Calles per eliminare i cattolici, e paragonarle con le posizioni degli atei militanti di oggi: niente immagini sacre nei luoghi pubblici, niente campane, niente processioni, e così via fino ad arrivare alla guerra civile e le impiccagioni di massa a Jalisco.
      Nella chiesa oggigiorno ci sono troppi don Abbondio e troppo pochi Fra Cristofori. Per fortuna la Provvidenza ci ha mandato Papa Francesco, che pare coraggioso e combattivo.

      • Mariasole ha detto:

        E’ periodo di caccia al cristiano nel mondo e dato che nel mondo “civile” ancora non possono ammazzarti, ti eliminano con garbo, ma l’intenzione è la stessa

      • Li ha detto:

        Stavo proprio pensando che se va avanti così si ritorna ai tempi delle catacombe!

    • MarcoF ha detto:

      Stai parlando di te stesso, vero? 😉

    • Falena Verde ha detto:

      E’ sempre bello vedere come certe persone proiettino le proprie “buone intenzioni” a tutti gli appartenenti della stessa ideologia. Evidentemente un pensiero comune ispira simpatia e perfino senso di comunità, tanto che una critica ad X (il nostro Floro Flores, in questo caso), viene percepita come una critica all’insieme di X (tutti gli atei).
      Il problema è che solo perché siete entrambi atei non significa che la pensiate in modo uguale: tu te la prendi solo con quei religiosi che impongono agli altri la propria morale, ma potrebbe anche esistere chi se la prende con le religioni in quanto tali.
      Inutile cercare giustificazioni. Le giustificazioni funzionano quando è il pensiero “sotto processo” ad essere giustificato, non una sua versione soft, distorta o addolcita.

  • Graf ha detto:

    Perché fare pubblicità, ancorché negativa (e ci mancherebbe altro!) ad un libercolo che non ha valore di nessun tipo?

    • andrea g ha detto:

      Credo dobbiamo ringraziare Flores d’Arcais, perchè egli rivela
      il vero volto della pensiero “democratico” laico/liberale.
      I credenti ‘sono esseri inferiori’, ‘non vi massacriamo come
      in Vandea ma dovete però nascondervi nel vostro privato da
      fantascienza e non disturbare chi invece capisce la realtà’-

      “Chi non è con Me è contro di Me”, dice il Signore (Lc XI,23):
      il prof. D’Arcais conferma la verità di Cristo.

      • domenico ha detto:

        aggiungendo: ‘però i vostri figli dovranno essere educati nelle nostre scuole e con i nostri programmi e se ci accorgiamo che questi minori hanno le vostre stesse idee non esiteremo a toglierveli.”

        • andrea g ha detto:

          Giusta precisazione; anche la dittatura del relativismo liberal/ateo vorrebbe conformarsi ai lugubri regimi del ‘900, quelli in cui l’educazione era inserita nelle gioventù hitleriane, nei balilla e littorio, nei pionieri del comunismo, e via delirando.

  • manuzzo ha detto:

    Sono scandalizzato dal vedere l’unità criticare la dittatura atea: non me lo sarei mai aspettato.

    Ma se gli dà così fastidio la laicità a certuni italioti, perchè non avanzano una mozione per modificare la costituzione nei primi articoli, al fine di dichiarare l’Italia stato ateo, quale effettivamente vorrebbero che fosse? ah no, non lo possono fare: potrebbero perdere l’appoggio di altre religioni fortemente anticristiane (bandire per esempio dalla vita pubblica i sovversivi neopagani gerarchi dell’UAAR…). Perderebbero l’appoggio anche di varie chiese eretiche che preferiscono più avere intrallazzi con le comunità LGBT anzicchè andare a leggere il Vangelo. In ultima analisi, se fosse dichiarato l’ateismo di stato, i soliti noti non potrebbero più scavare le fondamenta del nemico con le loro subdole tattiche: “dividi et impera”, condito da calunnie e da mezze verità, a seconda della situazione.

  • a-ateo ha detto:

    (Una persona con un passato politico, tanto peregrino quanto fallimentare, può capire fino in fondo il significato della parola “democrazia”?
    Mi riferisco a Flores D’. come descritto in Wikipedia….
    “Inizia presto ad occuparsi di politica nell’organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano, ma presto viene espulso dalla FGCI per la sua prolungata e grave attività frazionistica, cioè per la sua doppia militanza nella FGCI e nella Quarta Internazionale trotskista. Allievo e amico di Lucio Colletti, dopo esser stato uno dei protagonisti del “Sessantotto” romano, approda a posizioni di riformismo radicale e verso la fine degli anni settanta ha una breve ma vivida intesa con Bettino Craxi e Claudio Martelli, dai quali, tuttavia, si distacca ben presto.
    Nel 1991 aderisce al Partito Democratico della Sinistra di Achille Occhetto entrando nella Direzione del movimento, da cui però fuoriesce due anni dopo poiché favorevole alla guerra del Golfo a differenza della linea maggioritaria del partito. Tra i promotori della breve stagione dei girotondi, tenta di proporre una lista di suoi candidati alle primarie dell’Ulivo per le elezioni politiche del 2006 ma come lui stesso deve ammettere “realizza un fallimento pieno e perfetto” raccogliendo appena 130 adesioni alla sua idea.
    Il 25 marzo 2008 annuncia su MicroMega che nelle elezioni politiche del 2008 avrebbe votato per il Partito Democratico in funzione anti-berlusconiana.[1] Il 29 gennaio 2009 decide di ritentare in politica prospettando il “Partito dei Senza Partito” insieme ad Antonio Di Pietro ed Andrea Camilleri per partecipare alle elezioni europee del 2009[2] ma, il 12 marzo dello stesso anno, viene annunciato il mancato accordo fra i tre.
    Per le Elezioni politiche italiane del 2013 ha dichiarato di votare la lista Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.[3]”
    Credo che il tizio fruisca di un supplemento di attenzione, dfa un punto di vista culturale, da parte nostra assolutamente immeritato….

  • a-ateo ha detto:

    Flores D’arcais favorevole alla guerra del Golfo…
    Ma bravo davvero:lui si, che ha capito tutti i pregnanti significati della democrazia bushiana, massonica, illuministica, comunista, socialista, atea….

  • rima ha detto:

    Il filosofo Flores d’Arcais è un tipico caso di accanimento ateistico: non perde occasione per cercare di minare la fede cristiana, quasi la sua fosse una missione “religiosa”, ed oramai non sa più cosa inventarsi. Ma tenetevi forte, adesso se n’è aggiunto un altro agli zelanti “evangelizzatori” al contrario. E’ Joseph Atwill, il quale dice o crede di aver scoperto un’antica “confessione” romana nella quale sarebbe ammesso: “Abbiamo inventato Gesù Cristo”. Il 19 ottobre terrà pure una conferenza sul tema. Per maggiori informazioni, questo è il link: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8840.8 Speriamo che i redattori del presento sito se ne occupino per mostrarne le intrinseche paranoie che caratterizzano questi “ritrovamenti”, come al solito sono presunti “documenti” dei quali si racconta sempre il solito ritornello, ossia che la loro interpretazione è stata per secoli nascosta ai più e ora svelata da qualche tardivo illuminato, e bla blabla…

    • danieleb ha detto:

      Sinceramente la cosa mi fa un pò sorridere. Non so nemmeno quanto possa essere attendibile questo articolo che sbaglia anche il nome del libro di Giuseppe Flavio da cui questo biblista avrebbe tratto questa convinzione. Non esiste nessun libro intitolato “gerra dei giudei” ma caso mai “guerra giudaica”. Sembra una banalità ma già se mi sbagli il titolo della fonte immagino il resto. lol
      Comunque non mi risulta che ci siano riferimenti a Cristo in questo libro..nemmeno parallellismi con il cristianesimo. L’unico libro che Giuseppe che accenna a Gesù sono le “Antichità Giudaiche” in due passi precisi del testo. Uno di questi passi è il famoso “testamentum flavium” così chiamato.
      Già comunque la tesi sostenuta si smonta da se. Prima il governo romano inventa questa religione per contrastare l’irruenza dei giudei e poi da avvio alla persecuzione della stessa? XD.
      Non mi risulta poi che ci siano particolari scoperte a parte un frammento di vangelo di marco che a detta di Wallace sia del primo secolo. Ma ad oggi non ci notizie al riguardo.

    • danieleb ha detto:

      Se può interessarti, ti posto questo articolo in inglese scritto su un sito ateo.
      http://www.patheos.com/blogs/wwjtd/2013/10/joseph-atwill-has-not-proven-that-jesus-was-made-up-by-the-romans/

      Parla proprio di questo biblista.

  • Andrea. ha detto:

    Se alla tua “democrazia” può partecipare solo chi la pensa come te che democrazia è? Io la chiamo dittatura.

    Comunque interessanti i links nell’articolo di “Tempi” su Hollande e le sue trovate cristianofobiche… Almeno fa capire in mano a chi siamo.

    • edoardo ha detto:

      Il suo ministro dell’istruzione, Vincent Peillon, ha dichiarato che non vi può essere democrazia con i cristiani, dunque, deduzione logica anche se non l’ha detto, bisogna cancellare la presenza cristiana in nome della libertà e della democrazia.
      Del resto, un Francia su vogliono abolire due feste cristiane e sostituirle con lo Yom Kippur e una festa islamica, non perché loro ci credono, ma solo come tappabuchi in attesa di ateizzare tutto e per dare uno schiaffo morale umiliante ai cattolici, come a dire: “noi aboliamo due vostre feste e le sostituiamo con le feste di due religioni “concorrenti”.
      Notate che sia gli ebrei che gli islamici hanno espresso parere sfavorevole a questa umiliazione.

  • Luigi ha detto:

    Beh, nella Vecchia Europa e pure negli USA c’è in giro ultimamente un bel campionario di teste di quiz… un vero club di Anti-Cristi che solo a pensare ad un mondo prossimo venturo (non poi così lontano in realtà) costruito secondo il loro illuminatissimo pensiero vengono davvero i brividi !!!
    Satana può davvero andarne fiero.

  • Cipollina Verduri ha detto:

    Se tu avessi metà dell’intelligenza di Paolo Flores D’Arcais…

    • edoardo ha detto:

      ….saresti da neurolettici.
      Per fortuna siamo persone normali.

      • alessandro pendesini ha detto:

        …..per fortuna siamo persone normali….
        @edoardo
        Interessante risposta !
        Posso chiederle cosa intende per « normalità », ovviamente riferita all’uomo ?
        Grazie

    • Ottavio ha detto:

      Quindi tu discrimini le persone poco intelligenti? Bel modo di esprimere la tanto decantata tolleranza laica.

    • Sebastiano ha detto:

      Impossibile!
      L’intelligenza di Flores D’Arcais è atomica. Nel senso etimologico del termine.

    • a-ateo ha detto:

      Cipollina ha misurato l’intelligenza di Flores d’., …e si è spaventata…

    • andrea g ha detto:

      Un post di rara intelligenza.

  • Nicola CSC ha detto:

    Interessante… Un libro che parla di democrazia, e che al tempo stesso propone l’esclusione di alcuni dalla vita pubblica. Brutta bestia il fondamentalismo…

    • domenico ha detto:

      e che c’è di nuovo.
      Locke lodava la tolleranza ma precisava che per i cattolici non valeva.

  • erie5 ha detto:

    Credo che una persona intelligente o uno scienziato dovrebbero affrontare la questione teologica con molta razionalità.
    Se lo facessero si accorgeebbero che non esistono prove che neghino o confermino un Dio, di qualunque natura e forma esso sia composto…
    Io sono convintamente agnostico.
    erie5

    • Panthom ha detto:

      Caro erie5, dipende da che tipo di “prove” cerchi…se cerchi prove scientifiche è ovvio che non possono esserci altrimenti Dio sarebbe parte di questo mondo e non il Creatore. Nessuno inoltre ha prove dell’amore autentico (sai dimostrarmi scientificamente che una persona ama davvero senza mentire?), della coscienza, della libertà eppure…

      Questo discorso delle “prove” è spesso tirato in ballo ma indica che non si ha per nulla capito cosa si intende per Dio. Se sei agnostico per questo stai buttando via la tua vita per un errore concettuale banalissimo…è il mio parere, ovviamente.

  • Alessandro ha detto:

    Da non credente, sebbene non ne condivida i toni, sono d’accordo con gran parte di quanto si dice nell’articolo. Credo che l’idea di stato laico sia spesso equivocata. E’ innanzitutto antistorico negare che la religione abbia dato un contributo essenziale alla formazione dei valori della società moderna, gran parte dei quali condivisi anche dai non credenti. Certo ha avuto le sue ombre (come del resto le ha avute l’ateismo), ma l’onestà intellettuale impone di riconoscerne anche i meriti (come quelli dell’ateismo). Non ha poi nulla a che vedere con la laicità dello stato perchè contraria alle più basilari regole democratiche la tesi che una persona non possa tradurre in azione politica il sistema di valori che gli deriva dall’essere credente (si tratti di bioetica, eutanasia, aborto per citare alcuni dei temi “caldi”). In contrario dovrebbe sostenersi che un cattolico in quanto cattolico (o di qualunque altra religione) non abbia titolo a candidarsi ed essere eletto nel parlamento e di conseguenza portare avanti la propria azione politica (il che è aberrante). La laicità dello Stato è in realtà un corollario dei prinicpi di libertà individuale che stanno alla base delle costituzioni moderne (e della nostra). Il precetto religioso (come quello ascrivibile a qualunque altra corrente filosofica/morale/politica) non può negare queste libertà imponendosi contro di esse. Per la garn parte i contenuti di queste libertà sono ormai acquisiti. Però la riflessione costante su quali siano i loro limiti è il terreno di confronto che consente alle nostre società di evolvere per trovare (nei limiti dell’umano) la soluzione migliore per la società stessa (e il dibattito sui temi sopra citati, se ci si riflette, sono proprio proprio esperessione della ricerca di questi limiti). La storia ci insegna che in questo dibattito la posizione religiosa (spesso proprio in quanto religiosa, nel senso di puramente morale) è una parte essenziale di questo confronto, che risulterebbe monco e quindi necessariamente “meno intelligente” se non si consentisse anche al religioso di parteciparvi attivamente.

    • Norberto ha detto:

      Perfettamente d’accordo, il cristianesimo e i suoi valori devono sempre essere proposti mai imposti.

      • Alessandro ha detto:

        Possono essere proposti, ma anche imposti con procedimento democratico, nei limiti della Costituzione e (sembrerà tautologico, ma non lo è) nei limiti dell’ordinamento democratico, che è tale finchè tutela anche la minoranza, garantendo uno spazio (non esiguo ma non illimitato) di libertà individuale opponibile erga omnes.

    • Max ha detto:

      Discorso ragionevole e dai contenuti chiari. Sono d’accordo anch’io. Ringraziamo Dio per i non credenti come Alessandro… 🙂

  • a-ateo ha detto:

    Sopra si legge il lapidario giudizio del ricercatore Florres d’.:
    “Flores d’Arcais risponde positivamente: solo gli atei possono partecipare alla vita pubblica perché «la democrazia è atea, imprescindibilmente», ha spiegato il direttore di “Micromega”.”
    Mi vengono in mente tante domande:
    1)Ma La Pira, cattolico, perchè non avrebbe dovuto partecipare alla vita pubblica?
    2) Ma questo Flores conosce l’opera di La Pira, la sua partecipazione alla vita politica nazionale e internazionale?
    3) Ma lo stesso ricercatore trincia-giudizi-drastici, quintessenza dell’ateismo nostrano, ha mai fatto qualcosa di lontanamente comparabile?
    4) Se bigotto viene dall’uso costante di “By God!”, essendo il bigottismo categoria anche del laicismo, siamo sicuri che F.d’. non sia un esemplare tipico della specie?
    Nell’inno laico-laicistico della Marsigliese viene citato Dio (maiuscolo) nell’esclamazione “Grand Dieu!”, perchè evidentemente scritta da un inguaribile bigottone di prima categoria, e l’inno di Mameli, imbevuto della stessa retorica, allo stesso Dio fa creare Roma….”che Iddio la creò”. Iddio, maiuscolo anche quì….
    Concludendo, o questi signori sono credenti, o soltanto bigotti di prima classe.
    Perchè non farsi questa domanda, e darsi una risposta…